Frutto della passione o Maracujà? quante volte avete sentito i due nomi e vi siete chiesti quale fosse la differenza?
Beh, non ce n’è!!
Il frutto della passione (nome scientifico passiflora edulis) è il frutto di una pianta rampicante originaria delle regioni tropicali: è noto sul mercato italiano con il nome portoghese di maracujá (talvolta nella variante spagnola di maracuyá).
Si chiama frutto della passione non per le sue presunte proprietà afrodisiache, quanto per la forma della corolla del fiore che richiama l’immagine della corona di spine indossata da Cristo durante la sua crocifissione.
E’ possibile trovare due principali tipi di frutto della passione: quello che troviamo più spesso negli scaffali è la maracujà viola (passiflora edulis), che ha la buccia viola scuro ed è di dimensioni più piccole rispetto alla maracujà gialla (passiflora edulis flavicarpa).
Oggi voglio, appunto, parlarvi della granadilla… la maracujà gialla.
Il nome attribuito a questo frutto deriva dallo spagnolo granata, ossia melograno, poiché la parte commestibile di entrambi è molto simile.
La Granadilla è un frutto subtropicale, non tropicale: si è diffusa dal Messico centrale attraverso l’America Centrale ed il Sud America occidentale, fino alla Bolivia e al Perù, dove è popolare ed abbondante nei mercati.
Nel suo ambiente naturale, come in Colombia, viene coltivata alle altezze di 1500- 2500 metri.
E’ un frutto rotondo dalla grandezza di una piccola pesca, leggerissimo e molto profumato con un sapore dolce-acidulo. La sua scorza molto dura è liscia e di colore giallo/arancione e la polpa è dolce e ricorda la melagrana.
I semi, edibili, sono ricoperti da uno strato gelatinoso grigio perla.
Il maracujá giallo è un’ottima fonte di vitamine del gruppo A, B, E e C (soprattutto niacina) e di sali minerali (calcio, potassio e fosforo) e contiene inoltre la passiflorina, un potente tranquillante naturale che non induce assuefazione.
Si tratta, inoltre, di un frutto facile da digerire ed in grado di favorire la motilità e la regolarità intestinale grazie alla presenza di una sostanza come la pectina, responsabile anche dell’effetto saziante della maracuja e della sua azione ritardante sull’assorbimento dei carboidrati ed in grado di apportare benefici anche sul metabolismo dei grassi e sull’accumulo di colesterolo; la presenza di mucillagini, in particolare, la rende utile come rimedio contro gastrite e colite.
Come per le altre varietà, se i frutti al momento dell’acquisto hanno la buccia liscia e coriacea significa che non sono del tutto maturi e che la loro polpa è piuttosto acida. Quando sono maturi e quindi più dolci, questi frutti sono meno belli a vedersi e presentano una superficie piuttosto rugosa e spiegazzata, ma contengono una polpa più succosa e dolce.
E’ molto apprezzata al naturale, mangiata con il cucchiaio direttamente dal guscio tagliato a metà. Può essere anche preparato in una delicata salsa da accompagnare a creme e budini o usata in gustosi cocktail.
Si conserva relativamente bene, per via della pelle spessa che lo protegge. Se è ben matura, si conserva fino a una settimana in frigorifero oppure si può congelare mettendolo intero in un sacchetto oppure conservarne solo la polpa sigillata ermeticamente.
È cresciuto un frutto simile nel mio giardino su un rampicante.
Ci sono tantissime varianti, alcune commestibili, altre solo da esposizione. Hai scoperto di cosa si tratta?