In ogni casa ci sono tradizioni radicate per diverse generazioni. A casa nostra non è Natale senza pignolata, o meglio non è dicembre senza questo magnifico dolce della tradizione, rigorosamente preparato da mamma.
Nella mia famiglia, da quando ho memoria, le feste profumano di queste meravigliose palline di pasta all’aroma di miele e marsala e io ne vado matta.
Sin da quando sono piccola ricordo le mani di mamma che magistralmente impastano questa pasta profumata, ho l’acquolina in bocca al solo pensiero e riesco a sentirne il sapore anche solo pensandoci.
Prima di lasciarti la ricetta, però, mi prendo qualche momento per raccontarti le origini di questo dolce il cui nome differisce in base alle regioni d’Italia e viene usato per diverse ricette. Per me la pignolata è solo questa di cui ti parlerò ma mi piace sempre indagare e scoprire le tradizioni di altre famiglie.
La pignolata nella versione di cui parliamo – cioè quella al miele – è un dolce tipico di alcune zone del meridione, principalmente della Calabria. È abbastanza simile agli struffoli napoletani, ma differisce per la forma e per il metodo di cottura;
Si tratta di un dolce a pasta fritta, coperto di miele, che con molta probabilità è stato importato dagli Arabi e si è diffuso nel Sud Italia. Ci sono pochissime informazioni riguardo le sue origini, ho fatto tante ricerche ma quasi ovunque si raccontano leggende più che storie, una di queste è molto suggestiva.
Racconta la leggenda che la pignolata, chiamata cosi perché a fine preparazione somigliava alle pigne, sia nata nella cucina di un convento di suore che, ai tempi, preparavano dolci da regalare alla popolazione durante le celebrazioni, utilizzando mucchietti di pinoli fritti, amalgamati col miele. In mancanza di pinoli, alle suore venne l’idea di sostituirli con la pasta all’uovo e questa versione ebbe cosi tanto successo da essere tramandata nel tempo.
Di seguito ti lascio la ricetta che si tramanda nella mia famiglia da decenni, ho visto online tantissime ricette sbagliate – addirittura con il burro – la mia è sperimentata tantissime volte e segue la tradizione del dolce povero che era alle origini.
La pignolata calabrese, un dolce che profuma di famiglia
Ingredienti
- 1 kg Farina 00
- 300 grammi Zucchero
- 4 Uova
- 2 Limone
- 2 bicchieri Marsala o limoncello o liquore al bergamotto
- Olio extravergine d’oliva
- Miele
Istruzioni
- Versa la farina sulla spianatoia, forma una fontana con un buco al centro e rompi le uova.
- Aggiungi un pizzico di sale, la scorza del limone, il marsala ed infine lo zucchero.
- Continua la lavorazione con le mani sulla spianatoia per 10/15 minuti fino a formare un panetto liscio ma non troppo duro.
- Taglia la pasta a pezzi e forma dei filoncini sottili; dai filoncini ritaglia piccoli pezzetti tutti delle stesse dimensioni.
- Friggi le piccole pigne in abbondante olio extravergine d'oliva finché non saranno dorati, è importante che siano ben cotti all’interno senza diventare troppo scuri. Fai scolare le palline su carta assorbente da cucina.
- Quando avrai finito di friggere tutte le palline, riscalda il miele in un tegame capiente; prima che raggiunga il bollore tuffa dentro le palline di pignolata in modo da impregnare bene da tutte le parti.
- Per la composizione mia mamma usa la stessa tecnica da anni: posiziona un’arancia al centro di un vassoio, poi versa tutt’intorno la pignolata a formare una ciambella.Guarnisce infine con codette colorate o scorze di agrumi.
- Una presentazione alternativa è quella di mettere un po’ di palline su foglie di limone, precedentemente lavate ed asciugate, in modo da formare una monoporzione.